mercoledì 30 luglio 2008

Chi realmente siamo


Traduco alcuni degli articoli del recente Memorandum della Commissione europea sul trattamento dei migranti e dei Rom da parte delle autorità italiane (emesso il 29/07/2008), redatto dal commissario Thomas Hammarberg. Uno specchio di chi siamo, oggi.

29. Dopo la visita il Commissario è preoccupato per la proposta del Ministro dell'Interno di prendere le impronte digitali della popolazione Rom di tutte le età. In particolare si è opposto alla natura discriminatoria di questo provvedimento, specialmente nei confronti dei bambini.

31. Il commissario ha appreso con preoccupazione che i Rom e i Sinti sono stati esclusi dalla legge 482/1999 sulla protezione delle minornze linguistiche storiche, sulla base del fatto che non hanno nessun legame con un'area geografica specifica. In Italia sembra che sia ampiamente, ed erroneamente, dato per vero che Rom e Sinti sono "nomadi" che preferiscono vivere nei campi.

32. Il commissario sta seguendo da vicino ed è profondamente preoccupato dalle manifestazioni anti-Rom in Italia, che sono state occasionalmente molto violente, risultando nell'incendio di campi Rom, senza una protezione effettiva da parte della Polizia che ha anzi effettuato dei raid violenti nei campi. Fonte di particolare preoccupazione è il supporto che è stato fornito a queste manifestazioni, direttamente o indirettamente, da alcune forze politiche locali e nazionali e anche da alcuni mass media. Non si ha notizia di investigazioni su questi fatti.

37. Il commissario è particolarmente preoccupato per il destino di bambini che vivono in cattive condizioni di vita in campi analoghi a quello da lui visitati. Sebbene formalmente abbiano accesso all'educazione scolastica, è dubbio che essi possano effettivamente esercitare il proprio diritto all'educazione in tali condizioni di vita

42. Il commissario esprime la propria preoccupazione per la recente adozione del "Pacchetto Sicurezza" che prende a bersaglio in particolare gli immigrati Rom membri dell'UE e per la dichiarazione dello stato di emergenza in alcune regioni e l'ampliamento conseguente del potere dei Prefetti.

43. L'adozione frequente di una legislazione di emergenza e di altre misure da parte di un membro del Concilio di Europa è indicativo di una seria debolezza del meccanismo dello Stato, che appare incapace di trattare efficacemente problemi sociali che non sono nuovi attraverso la legislazione ordinaria o altre misure.



44. Il Commissario ricorda che la grandissima maggioranza dei Rom e dei Sinti ha un bisogno urgente di protezione efficace dei loro diritti umani, in particolar modo i diritti sociali, quali il diritto a una casa e l'educazione, da parte delle autorità locali, regionali e nazionali. Adottare lo stato di emergenza e dare maggiori poteri ai "Commissari Speciali" e alla polizia non è la migliore opzione per venire incontro ai bisogni delle popolazioni Rom e Sinti.

50. Sulla base dei numerosi rapporti su maltrattamenti a Rom, in particolar modo di origine rumena, da parte della polizia durante dei raid nei campi Rom, il Commissario porta all'attenzione la ECRI General Policy Raccomandation (29/06/2007). Il Commissario esorta in particolare le autorità ad assicurare che tutti i membri delle forze di polizia siano educati sistematicamente e costantemente sulla protezione dei diritti umani nel contesto di una società mista, e che si effettuino investigazioni sui casi di uso illegale di violenza da parte della Polizia.

67. Il commissario ha notato con grande preoccupazione che l'Italia ha intrapreso la pratica di restituire forzatamente immigrati, sulla base di accordi bilaterali, ad alcuni stati (di transito o di origine), come la Tunisia e l'Egitto, che praticano da tempo e in modo provato la tortura.

71. Il commissario nota inoltre che, nonostante, la direzione opposta intrapresa dall'Italia, la legge internazionale ha chiaramente stabilito il principio che gli esterni il cui solo crimine è la violazione della legge di immigrazione non devono essere trattati dai paesi di destinazione o di transito come criminali o potenziali criminali

72. Il commissario è particolarmente preoccupato dall'emendamento alla legge criminale da parte del Decreto legge secondo il quale il soggiorno irregolare è considerato circostanza aggravante che porta a un incremento della pena. Questo provvedimento solleva seri dubbi sulla proporzionalità e la discriminazione basata sullo status di migrante.

83. Sin dall'adozione della legge antiterrorismo le autorità hanno usato questa legislazione per per arrestare, interrogare ed espellere esterni con presunte connessioni terroristiche, ma nei confronti dei quali non è stata trovata alcuna prova criminale.

La versione completa del Memorandum è scaricabile qui: http://download.repubblica.it/pdf/2008/comm_dirittiumani.pdf

domenica 20 luglio 2008

Il segno dei tempi

Poche sono le frasi che davvero esprimono l'ethos di un'epoca. Il più delle volte sono pronunciate da nullità.

«Dopo trent'anni di scuola di sinistra, di esami di sinistra, di professori di sinistra, di presidi di sinistra - stigmatizza la parlamentare del Carroccio - i nostri ragazzi sono disorientati. I nostri studenti hanno bisogno di essere guidati da uno come Umberto Bossi. E non è possibile che vengano professori da ogni parte a togliere il lavoro agli insegnanti del Nord. Loro vogliono sentir parlare solo di Pirandello e Sciascia e non di un federalista come Carlo Cattaneo». Paola Goisis _ commissione della camera alla cultura (!!!) _ Corriere 21/7/08


Ce ne parli lei, Paola, le prego, ci dica.

L'intera questione è nata dal fatto che un intellettuale quale il figlio di Bossi, tale Renzo, probabilmente disorientato, è stato segato per la seconda volta agli esami di maturità, presentando una tesi Cattaneo. Segno dei tempi.

Parlando di cazzate:



Non è che me ne freghi niente dell'inno ma...


Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.


La Vittoria è schiava di Roma, perdio, non l'Italia. Un centinaio di persone, chiuse in una stanza a Padova, a ripetere cazzate (nessun limite) di fronte a un manichino che sa a a malapena parlare e non sa leggere. Eh si, ne abbiamo proprio bisogno. Come di un ictus.

mercoledì 9 luglio 2008

Pubblica indignazione

Grande scandalo. Di nuovo. Ancora il giornale che si morde la coda, ancora, di nuovo, polemica sulla forma piuttosto che sulla sostanza.

Di errori politici, nella manifestazione di Roma contro le leggi vergogna, vedo solo quello di non documentare le "offese" contro la Carfagna, o perlomeno non tutte. Poichè è lei l'odffesa, deliberata, cosciente e bruciante, contro tutti coloro i quali possano aver pensato di avere il diritto a un governo serio. Che poi sia o meno la concubina di Berlusconi poco importa. Quello che è certo è che è un simbolo vivente delle impari opportunità ed è per questo che occupa quel posto.

Non occorre citare Dante per sapere che un papa puo' andare all'inferno. Questione di opinioni. E sono tutte valide, visto che si tratta di un mondo di fantasia. Io penso che ogni papa, alla propria morte, diventi Babbo Natale.

Per il resto l'indignazione giornalistica e, ovvio, politica, non avrebbe ragione di esistere, in un mondo normale. Fanno tutti finta di non capire, perchè sanno che i lettori non capiscono sul serio e seguiranno le forbite analisi degli editorialisti. Dire che Napolitano non fa il proprio dovere, quando firma una legge razzista che contraddice la costituzione non è criticare l'autorità della carica. Al contrario. E' pretendere che un uomo che si trova a impersonare la carica faccia il proprio dovere: cioè che onori l'istituzione che gli è stata affidata. E dire che sonnecchia, chiamarlo Morfeo, è una delicatezza, non turpiloquio. Pensarla altrimenti vuol dire pensarla esattamente come Berlusconi, cosa che il PD dimostra di saper fare benissimo: vuol dire che l'uomo Napolitano, una volta raggiunta la carica, è giudicabile dal suo essere là e non per quello che fa.

Sono convinto che lo sappiano tutti, anche i pubblici indignati che scrivono editoriali contro il turpiloquio. Ma ognuno deve difendere i propri interessi, ovvio, se si attacca come è naturale, sia Berlusconi che chi, colpevolmente, ha permesso il suo successo politico, non si puo' pretendere di avere buona stampa. Come non si puo' pretendere, in Italia, che la stampa rispetti i propri lettori o la loro intelligenza. Forse perchè hanno capito, dopo anni di marketing che la loro intelligenza è limitata e che si puo' parlare solo a due sentimenti, il basso istinto (Il Foglio, il Giornale) o la mansueta bigotteria (Repubblica, Corriere), meglio se mixati (Libero).

Guzzanti, Grillo e Travaglio, in ordine crescente di abilità, lo hanno capito perfettamente. Non si raggiunge il grande pubblico - che non è quello della piazza di ieri - , nella società mediatica di Maria de Filippi e del Grande Fratello, che per questi due canali. Esclusa per motivi ideologici, culturali e di mezzo comunicativo la bigotteria e il perbenismo, restano gli istinti. La risata, il gergo di tutti i giorni (sono convinto che nemmeno un editorialista del Corriere si scandalizza nel sentire la parola "uccello", fosse anche quello del nostro Premier, in una conversazione quotidiana), l'accusa fondata, provata ma non sempre spiegata, poichè il mezzo espressivo, con i tempi comici, non permette digressioni troppo ampie, pena il disinteresse di un pubblico, diciamocelo, infimo.

Berlusconi fa la stessa cosa. In modo vincente, perchè appoggiato dai media, come si sa: quando parla alla paura, all'istinto di conservazione e di identità, ai piccoli interessi di parte, con argomenti meno provati e piu triviali di qualli di qualsiasi "comico", il suo messaggio, viene moltiplic&to in migliaia di immagini, riassunti, persino critiche che pero falliscono nell'utilizzo del canale verso l'istinto a cui le sue telenovelas, i suoi reality, la sua spazzatura anni 80 ci hanno abituato.

Se l'unico modo di parlare alle masse è attraverso l'istinto, criticare chi lo fa in maniera uguale e contraria a Berlusconi è un controsenso. Abbiamo assorbito i suoi modi per anni, abbbiamo sdoganato con lui le soubrettes, la Lega e i fascisti. Ma quando si tratta di usare i suoi mezzi contro di lui, (e in una maniera decisamente piu fine e informata) no, è turpiloquio, è pubblica indignazione.

E', insomma, bigotteria. L'ultima spiaggia di un sinistra balbettante e senza idee. Che, per storia, capacità ed elettorato, non è capace di usare nemmeno questo mezzo espressivo. Una destra pallida. La brutta coppia di un aborto.

Accettare che questo sia il livello della comunicazione è, anche per me, una sconfitta, perchè è ovvio che alcuni distinguo vengono assorbiti nella semplificazione che deve portare al ridicolo e, di conseguenza, all'attenzione. Ma è una sconfitta già consumata da tempo. E dopo che in Italia si sono bruciati i campi Rom, il lutto per questa perdita deve essere consumato. Il ritirarsi nella torre d'avorio, a girare il Caimano o a scrivere trattati di filosofia politica non impedirà agli altri di usare mezzi piu efficaci per i propri fini. Se non vogliamo usarli noi stessi, perlomeno non critichiamo chi lo fa per una giusta causa e con un successo di pubblico che "noi" non potremo mai avere.

PS. L'unico commento sensato ch eho trovato sulla questione:

http://temi.repubblica.it/micromega-online/gianni-vattimo-scandalizzato-dallo-scandalo-audio/

domenica 6 luglio 2008

La Grande Storia

Vedere questo video mi ha dato la sensazione piu' prossima a quella di essere stuprato che si possa raggiungere tenendo addosso i pantaloni.




PS:

le donne fanno una magnifica figura, perchè hanno saputo accompagnare, accudire, assistere e consigliare i loro uomini



E vaffanculo al femminismo, alle donne e a 100 anni di conquiste sociali, senza nemmeno rendersene conto!

lunedì 30 giugno 2008

Lista della spesa


Vabbè faremo senza. Dopotutto dobbiamo finanziare Alitalia e la società di smalitmento rifiuti di Napoli, che è stata riconfermata per risolvere il problema, mentre è inquisita per averlo creato.

Bisogna pagare le missioni di pace che mandiamo in guerra (un miliardo di euro all'anno) e dobbiamo ai partiti, in rimborsi elettorali, dopo aver abolito il finanziamento pubblico, trecento milioni di euro. Con il bel servizio che ci fanno, li meritano tutti.

Vorrà dire che per i prossimi dieci - venti anni faremo a meno dell'università. Tanto col 3+2 faceva già schifo, non vale nemmeno il biglietto di entrata.

Col nuovo DL si tagliano 433 milioni di euro dal finanziamento universitario entro il 2013. Cosi ci assicuriamo altri sei mesi di missione di pace. Tutti gli atenei dovranno tagliare di conseguenza, ovviamente su quello che sembra essere la parte opzionale del lavoro universitario, la ricerca. Non parliamo delle strutture e del personale non docente, quelli sono lussi che non ci si puo permettere.

Per assicurarsi che idee e persone siano sempre quelle di 30 anni fa si è trovato il modo di bloccare per legge il reclutamento, stabilendo che solo il 20 per cento dei soldi recuperati da chi va in pensione possa essere usato per nuove assunzioni. Questo significa che per 10 che vanno in pensione 2 saranno i sostituti. Un'estinzione naturale e non violenta, con un 80 per cento di personale in più per le agenzie di lavoro interinale. Considerando l'età media dei professori universitari e la loro naturale reticenza ad andare in pensione l'unico assunto potrà essere premiato dal Presidente della Repubblica ogni anno (mi dicono che a Bologna un professore ottuagenario in pensione è stato riassunto con un CoCoCo, perchè non ci si poteva privare del suo illuminante sguardo sulla materia).

Proiettati verso il futuro. Geniale.

Ma c'è una soluzione, quella che funziona sempre. Trasformazione delle Università in fondazioni, aperte al finanziamento privato quanto lo sono i nostri politici. Ha funzionato cosi bene per Telecom, meritava una seconda chance. Una panacea per tutti i mali, dopotutto se Google e Microsoft fanno i soldi perché non dovrebbe farlo anche l'Università di Macerata? Certo i nostri modelli industriali sono un po' più casalinghi, Parmalat o Cirio, ma vuoi che dopo che lo Stato ha fatto decuplicare i proventi Fininvest questa non sia disposta a dare un'aiutino alla educazione nazionale?

Ovvio, se siamo pagati dalla Barilla non possiamo pretendere di fare ricerca storica. Una storia del frollino, magari, ma poche pagine perchè sia inserita nella confezione dei¨Pandistelle. E il sistema formativo si potrebbe arricchire ditutti i figli di fabbrica con velleità intellettuali, la fine del nepotismo universitario, il Barone soppiantato dal Padrone. Una nuova rivoluzione industriale. Bella l'idea.

giovedì 26 giugno 2008

Les Bienveillantes


Ho appena finito di leggere Les Benveillantes (Le benevole, traduzione impropria de Le Eumenidi) di Johnatan Littell. Ha vinto il premio Goncourt e tanti altri e ha ricevuto tonnellate di critiche.

Fuori luogo.

La storia è quella di una SS, un idealista colto e dalla psicologia fragile, un burocrate carnefice impiegato in Ucraina, nel Caucaso, a Stalingrado e infine a Berlino.

Tutto il libro si gioca su dicotomie. L'idealismo del Volk si scioglie nella tesi della banalità del male, la mente del protagonista, angustiata da incubi e flashback si dibatte tra la sua storia, (quella di un Oreste moderno, perseguitato dalla Benveillantes - Eumenidi) e la Storia della caduta wagneriana del Terzo Reich. La razionalità interna dei discorsi eugenetici e dello spazio vitale si confonde con gli istinti assassini del darwinismo sociale, la cultura classica del protagonista si alterna, senza che quest'ultimo possa controllarlo, con le sue perversioni sociali e sessuali. Il messaggio, penso, più profondo, incarnato perfettamente dalla metafora del mito greco, à l'arbitrarietà del male e la mancanza di possibilità di scelta dell'individuo, costretto dall'alchimia del proprio cervello e dalle catene della storia e della Storia.

Di qui le critiche. La follia a tratti consapevole del protagonista non è una follia omicida, non è un malvagio integrale, non dà spazio a una condanna netta e senza ripensamenti. Inquieta immaginarsi al suo posto, per questo, penso, non è piaciuto a molti. Immaginare i criminali nazisti come, appunto, semplici criminali, ci dà la possibilità di rinchiuderli nel sempre funzionale abito del "diverso", cio' che ci tocca solo nel momento in cui ci definisce come migliori. Littell, facendo parlare il protagonista e prendendo 1500 pagine per ricostruire il contesto - molto accurato, poco importa se storicamente perfetto - mette in dubbio questa rassicurante convinzione. Se in luogo di "altri" li consideriamo uomini non possiamo fare a meno di chiederci se avremmo fatto lo stesso.

A parte la pedanteria dei professionisti, che si sono attaccati alle loro preziose nozioni per criticare un lavoro creativo - operazione sempre sbagliata in termini, le critiche vengono dal fatto che la mancanza di scelta potrebbe significare giustificazione. In realtà il protagonista lo dice chiaramente: l'unica morale che si puo' applicare è quella dei Greci, dove non contava l'intenzionalità, ma l'attto. Edipo non sapeva che Laio era suo padre quando lo ha ucciso, ma non era per questo meno colpevole e si è inflitto da solo la propria punizione. Per le Eumenidi la morale dei Sovietici vale quanto quella delle SS, poichè la giustizia viene esercitata secondo la loro trascendente morale. E il protagonista, carnefice, non smette mai di essere dilaniato dalle Erinni.

Altri ( http://www.gadlerner.it/index.php/2008/01/27/la-pornografia-della-shoah.html#comment-47508 ) hanno criticato "la pornografia della violenza", risollevando la questione vetusta degli strumenti che puo usare l'arte per esprimersi. Anche se non la consideriamo buona arte - non penso sia un capolavoro assoluto, ma di certo non è Dan Brown - queste critiche lasciano il tempo che trovano, come, fortunatamente, hanno sempre fatto. La violenza, è diventata, anche in conseguenza di tutto il sangue versato nel Novecento, un mezzo espressivo, che puo' essere usato bene (cioè efficacemente - Coen, Polanski) o male (cioe pacchianamente e morbosamente- Gibson e Hollywood in genere)
Lerner dice che non abbiamo bisogno di pornografia per ricordare. Il punto è che "ricordare" serve solo a metterci l'animmo in pace e a sfilare nel giorno preposto. Ricordare non ci ha impedito di usare la Shoah in tutte le salse, per nutrire senza scrupoli le istanze più variegate e contingenti della nostra piccola politica. O di proporre "Tolleranza zero per i Rom". Occorre pensare, e all'occorrenza anche pensarsi carnefici, perchè il ricordo abbia un senso.


Altri (La Stampa e molti storici) hanno detto che non lascia spazio al grigio, dipinge tutto come un inferno di malvagità. Non so che liro abbiano letto. E' proprio il grigio che rende la crudeltà estrema cosi terrificante, è la sua normale istintiva facilità che costituisce il centro del romanzo.

Tutto questo per dire che lo consiglio, caldamente.





PS. Un amico, che chiamero' Eric Franc per comodità, consiglia un esercizio per comprendere cosa in realtà significhi Tolleranza Zero verso i Rom. Sostituire alla parola "Rom" la parola "ebrei", poi fermarsi a riflettere e ripetere all'occorrenza. Funziona anche per Commissario ai Rom. Coi CPT non c'è giochetto, usate l'immaginazione.

mercoledì 18 giugno 2008

La Svolta


In pochi giorni, esercito nelle strade, legge sulle intercettazioni, legge salvaberlusconi. Mi sento quasi rassicurato. Finalmente segnali chiari, un impegno deciso, un vero regime.


Oddio non esplicito e orgoglioso come quello fascista, piuttosto direi ingenuo e fracassone come uno sudamericano. Inutili forse i paragoni, come col fascismo l'Italia è la fucina politica della crisi europea, come sempre siamo i più spaventati dei miserabili, i più pronti a credere nel Paradiso, se solo all'inferno fa abbastanza caldo. Quello che si prepara, mentre ci avviciniamo al ventennio berlusconiano è qualcosa di nuovo, storicamente e politicamente. Sarkozy ci sta già facendo un pensierino. Putin non ne ha bisogno, lui ha la sua fucina, ben meno dinamica, ben più solida.


La carta vincente, lo hanno capito tutti, è la sicurezza. Da qui parte la fine politologia berlusconiana. Bollata esplicitamente la realtà dei fatti come antidemocratica (bisogna combattere la percezione della minaccia, non la realtà del pericolo), la via è aperta per le più fantasiose soluzioni: dopotutto se si deve combattere un fantasma la soluzione non è più legata dai ristretti limiti della realtà.


Soldati nelle strade, dunque. 2500 o 3000, un atto simbolico, dicono. E hanno ragione, è una simbologia radicata, rodata, efficace. Più che una soluzione, un manifesto, una dichiarazione di intenti.


Legge sulle intercettazioni. Dalla simbologia ai fatti. La nuova legge è presentata come soluzione all'oppressione della magistratura sui cittadini. Impedisce le intercettazioni ai giudici per reati quali il sequestro, gli illeciti bancari, l'estorisione e la minaccia. Pare che i rumeni non usino il telefono, nessuna ricaduta sulla sicurezza, dunque. Anche per i reati di mafia o corruzione il limite massimo è tre mesi. Provenzano si sarebbe risparmiato 19 anni e 9 mesi di pizzini.

Ma c'è di peggio. La legge impedisce alla stampa di parlare dei processi. Di qualsiasi processo, fino all'apertura delle udienze. Silenzio assoluto, non un riassunto, non una parola per anni, pena il carcere per i giornalisti che lo fanno. Nemmeno per difendere eventuali vittime ulteriori (ad esempio i piccoli investitori Parmalat: le banche avrebbero continuato ttranquillamente a smerciare le azioni - truffa). In un colpo solo magistratura e giornalismo: le notizie sui processi diventeranno leggenda, un argomento su cui tutti possono avere opinioni ugualmente valide.


SalvaBerlusconi. Qui non si poteva andare di fino. Emendamento alla legge sicurezza (!). Sospesi i processi "meno urgenti", tra cui ovviamente il processo Mills, o meglio il processo Berlusconi, accusato di corruzione di un testimone. Mancava poco, due sedute, al verdetto. Che sfiga. Ma che sicurezza, ora che per salvare il nostro cancro abbiamo bloccato anche gli altri!


Proviamo a vederli tutti insieme, questi figli prodigio della paranoia sulla sicurezza. Proviamo a pensare che la censura sui processi farà si che in futuro nuove leggi SalvaBerlusconi passeranno inosservate o non capite, perchè non si saprà quale problema giuridico del premier dovranno risolvere. I giornali dovranno parlare per metafore, se vorranno fare gli eroi. Più probabilmente ripiegheranno su argomenti a loro più conosni, stupri e omicidi perpetrati da immigrati. Spero che chi oggi si lamenta, come Ezio Mauro (Veltroni ha dichiarato la fine del dialogo, percio Repubblica puo' sussurrare il suo disappunto) abbia ben presente le proprie responsabilità nell'aver creato le condizioni di paranoia che hanno reso possibile questo scempio.


Esercito. Censura. Intangibilità del politburo. Mani libere alla politica. C'è una soluzione? Dato che non c'è opposizione organizzata, solo una: l'economia. Mussolini e Hitler dovettero essere economicamente vincenti, in tempo di crisi, per ottenere il consenso. La nostra classe politica non lo è.

Davanti alla incredibile efficacia delle parole televisive, anche le più ingenue, la matematica che ci porta il pane alla bocca. Quando smetterà di farlo saremo tutti d'accordo.





PS

Lunga, poi, la lista di reati per i quali sarà obbligatoria la sospensione del procedimento: la tabella redatta dall'associazione magistrati indica, fra gli altri, il sequestro di persona, l'estorsione, la rapina, lo stupro, l'associazione per delinquere, le frodi fiscali, la corruzione, l'abuso d'ufficio, l'immigrazione clandestina, la detenzione di materiale pedopornografico, le molestie e maltrattamenti in famiglia, gli omicidi colposi per colpa medica o a seguito di incidenti stradali, il traffico di rifiuti.

domenica 8 giugno 2008

La Metamorfosi


Mi trovo a fare pensieri strani nell'ultimo periodo. Tipo, l'indipendenza della magistratura. Non me ne era mai fregato un cazzo. Anzi, ho sempre pensato alla magistratura come a un potenziale nemico. Quello che prima o poi mi mette dentro per quello che ho detto, scritto o pensato.

Lo penserei ancora se fossi libero.

Uno degli effetti più perversi del nuovo regime italiano è che mi costringe a dimenticare i distinguo, le alternative, alla fin fine la realtà dei fatti.

La situazione è talmente grottesca, l'aborto della società italiana talmente ridicolo, che mi costringe a dimenticare tutti le sfumature, ogni forma di moralità personale o richiesta di onestà altrui.

Mi costringe a difendere la logica. La loro, non la mia. Una logica che non ho mai condiviso, valori a cui non ho mai creduto, dalla Resistenza alla Costituzione, dalla Magistratura alla Sinistra. Tante lettere maiuscole che mi hanno sempre insospettito. Non hanno mai significato niente per me, dei contenitori in cui ognuno riversava le idee e gli interessi più diversi. Ora, in ritirata verso il minimo, vorrei che fossero rispettati.

Logica interna. Nello sconforto generale, nello scherzo osceno della politica italiana, chiedo solo di non essere preso per il culo. Che se vogliono mentire almeno siano corenti con le balle precedenti. Che si sforzino, almeno un minimo, perdio.

Moralità. La Carfagna dice, come se il permesso lo dovesse dare lei, che i gay possono manifestare, ma sobriamente. La stessa sobrietà delle sue pose nel calendario, nuda, incatenata, mentre lecca un muro? Quella stessa sobrietà che i camionisti di tutta Italia guardano ogni mattina quando vanno a lavorare e alla sera pirima di asciugarsi con la carta igienica?
In un mondo normale il problema non si porrebbe. Per quanto mi riguarda ognuno puo fare quello che vuole del proprio corpo: potrebbe mangiare le proprie feci in prima serata, non mi scandalizzerei, né la criticherei.

Magistratura. Vogliono togliere le intercettazioni. In tempi normali non ci penserei particolarmente, nella mia naturale disillusione penserei persino a un provvedimento non errato. Ma lo dice Alfano. Cioè l'ex segretario di Berlusconi. Cioè il tizio che, quando nelle scorse amministrative Berlusconi mandava SMS a tutti gli elettori, fotteno la privacy, probabilmente schiacciava invio. In questi tempi la magistratura, caduta l'informazione, è uno dei pochi contropoteri. Mi tocca difenderla, cristosanto, come se credessi nella Giustizia della Legge. E le intercettazioni, grazie al loro sapore di reality show, sono le uniche notizie che hanno creato scandalo e scalfito l'opinione pubblica. Percio teniamoci i Reality e la Legge, schifosi come sono, ma no, Alfano che fa il difensore del popolo oppresso è troppo.

Casini e le sue due mogli. Mafiosi all'antimafia. Senatori UDC e troie. Reato di clandestinità e indulto. Anticomunismo e amicizia con Putin. Antenne cancerogene e carità cristiana.

Trovarsi a consigliare agli amici di votare Veltroni. Dio che vergogna. E che errore.

Sono diventato un giustizialista.Quando mi trovero a difendere anche la Patria e le Forze dell'Ordine sapro di essere diventato come Loro. Seccatemi.

domenica 18 maggio 2008

Stopmetro

Una punta di buonsenso su scala cittadina.

I parte



II parte



III parte

giovedì 15 maggio 2008

Punti fermi

"Veramente la scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo" Montanelli a Repûbblica - 26 marzo 2001.


E non aveva ancora visto nulla. Non aveva visto l'Italia leghista.

Ho visto annozero stasera. Mai vista un'Italia peggiore. Si blaterava di immigrati. Di chi non ha parola, di chi, davvero, non ha diritto di replica.

E non ce lo ha per un motivo semplice. Perché l'immigrato non esiste. Esiste una fantasia, che è come noi vogliamo che sia. Le persone, i cinesi, i rumeni, i tunisini, sono solo il supporto materiale, visivo, di un mondo che è nostrano, di un costrutto culturale che è funzionale a noi; solo a noi.

Sono giorni di "cordialità" parlamentare: uno dei fenomeni più preoccupanti ed antidemocratici a cui abbia avuto modo di assistere nella mia vita, che viene pubblicamente incensato dai giornali e dalle televisioni come la risoluzione di tutti i problemi: "La gente è stufa di risse".

Ed è proprio in questa pace, che alcune fantasie sono diventate semplice realtà, la base di ogni dibattito, anche per le parti più avanzate del sistema televisivo. Le elenco per non scordarmi che sono cazzate:

1. Il popolo ha sempre ragione. La politica deve assecondare ogni suo capriccio. Se le statistiche contraddicono il popolo, bisogna comunque prendere provvedimenti per accontentarne la paura. La statistica è da intellettuali. (1)

2. La Lega, proprio perché ha capito il punto 1 prima degli altri, è il modello da seguire. Sta tra la gente, si dice. Poco importa chi sia la gente (2).

3. Una pisciata su un muro ha due caratteristiche: è il problema che puo' rovinare un'esistenza ed è, inevitabilmente, prodotta da immigrato. Non si prenda mai in considerazione il fatto che possa essere piscia italiana (dopotutto se si ha "paura a girare di notte" come fai a controllare?) e menchemeno il fatto che abbiamo problemi ben più gravi.

4. Se non riesci ad arrivare alla fine del mese l'utilizzo delle parole "pulizia etnica" e "bruciamoli tutti" è concesso e incoraggiato. Concesso, ma non ancora incoraggiato, passare dalle parole ai fatti e cercare di bruciare un campo Rom.

5. Il federalismo fiscale è la vera soluzione alla crisi economica. In questo modo si evita che i soldi dell'odontoiatra di varese vadano alla mafia. E si fa della mafia la unica potenza economica del mezzogiorno. Ognuno padrone in casa propria: noi l'odontoiatra in calzoncini corti, loro il camorrista in doppio petto.

6. Siccome l'immigrato lo facciamo noi, tanto vale farlo bene: egli inevitabilmente ruba, stupra, è sempre ubriaco, piscia dappertutto. Il modello per i più culturalmente impegnati comprende anche che "non parla la nostra lingua", "inquina la nostra cultura" (3). Il modello full optional è quello che "non si sa bene cosa facciano" e "non creano problemi, ma vederli disturba".


(1)Citazione di una nullità, sindaco di non so dove, PD: "dobbiamo imparare dalla lega dobbiamo smetterla con gli intellettualismi; prima assumiamo il linguaggio del popolo e meglio è".
(2) Linguaggio del popolo, quelo che, da citazione precedente, dovremmo adottare: una vecchietta intervistata da annozero "abbiamo lasciato la nostra bella palestra - per la celebrazione del ramadan - agli "extra" per cagarci dentro"
(3) Signora, di che cultura sta parlando? Della Cultura "italiana" (dalla tarantolata alla bagna cauda), della Cultura di Sassuolo o della cultura che Lei non ha? E per lingua intende quella italiana, che dopo 100 anni di vita portati male Lei sa a malapena biascicare?

PS: l'Italia della marcia su Roma sicuramente dubbio delle speranze. Sul fatto che fossero belle ho qualche dubbio.

lunedì 12 maggio 2008

Tana libera tutti

Si potrebbero dire molte cose sulla vicenda Travaglio. Anzi, si sono dette. Gasparri: c'è un complotto politico (traduzione: abbiamo bisogno di cambiare i vertici RAI per adeguarli alla nuova maggioranza). Finocchiaro (PD): è scandaloso che non ci sia stato un contradditorio (trad. ho bisogno di piaceri e a chi chiederli se non al vincitore?). Fazio: mi dissocio (traduzione: sono un verme, vi supplico non toglietemi il programma).

Tutte queste dichiarazioni si muovono attorno a un vuoto centrale. E' cosi macroscopico che è semplicemente ridicolo. Ma qncorq nessuno che, di mestiere giornalista, abbia il coraggio di sussurrare che, per dio, il re è nudo.

E allora, cristo santo, dopo aver cortesemente sentito ogni singolo capriccio di chiunque avesse una telecamera o uin microfono, vogliamo chiederci se quello che Travaglio dice è vero o no?

Se Schifani Gasparri Finocchiaro dicessero che non è vero, avremmo almeno la possibilità, a simpatia, di giudicarli sinceri o meno. Ma no. In Italia non c'è bisogno. In Italia basta dire che non c'è il contraddittorio. Tana libera tutti. Perché a noi questo basta per metterci l'animo in pace: il pensiero che magari non c'è bisogno di prendere provvedimenti. Siamo un popolo ottimista.

Pensa che complicazioni all'estero. I politici si scannano sulle accuse portate avanti dal giornalista, che nel frattempo è stato dimenticato perché ci sono cose più serie a cui pensare: il capo del senato potrebbe essere amico di mafiosi. I giornali senza intervistare nessuno fanno un'inchiesta per verificare i fatti e ne rendono conto. La parte politica che ha detto il falso (e nel caso anche il giornalista che ha denunciato), si nasconde e cerca di recuperare il danno di immagine.

Il dramma è che è tutto legato. I politici (scusate il qualunquismo, ma essendo PD e PDL il 95% del parlamento me lo permetto) quando si lamentano del mancato contraddittorio si lamentano del fatto che non si sia data loro la possibilità di mettere in scena il siparietto di sempre. Il siparietto che è la politica italiana. Botta - risposta - controrisposta. Fino al prossimo scandalo. E con nessuna conseguenza politica. Tana libera tutti.

Cio' che crea scandalo e grida riparazione è uno strappo momentaneo a un sistema integrato e perfetto, in cui le parole "contraddittorio", "uso politico di", "complotto" servono a tramutare le colpe, politiche o morali, in discussione infinita tra poli equipollenti e percio irresolvibile. I giornalisti, preoccupati essi stessi di questo bug momentaneo, si affrettano a ricucire lo strappo, dando spazio a falsi contendenti che hanno tutti la stessa voce e tutti lo stesso fine.




PS. Berlusconi un po' di tempo fa diede dei coglioni a chi votava la sinistra. A parte il fatto che dopo le passate elezioni devo ammettere che aveva ragione lui, dove stava allora il mio diritto di replica?

sabato 10 maggio 2008

Ubuesque

Un signore molto intelligente un giorno defini' la categoria di ubuesque (grottesco), in rapporto al potere politico. Si tratta della massimizzazione del potere attraverso la sua volontaria, manifesta, esplicita umiliazione, il suo rendersi odioso, infame o risibile per propria stessa scelta. Attraverso la propria ridicolizzazione la politica esprime la sua potenza e , aggiungo io, prova di essere al di là delle leggi della morale comune; di potere, letteralmente, tutto.

Non si tratta, attenzione, di semplice satira. Non è un carnevale, non è un rovesciamento momentaneo. E' ridicolo, è infamità, che si situa alle radici stesse delle istituzioni, nella loro essenza, a provare ai sudditi che il potere è inevitabile, qualsiasi sia la sua forma. Che il potere non ha altre regole che non siano quelle che esso stesso, giorno per giorno, sceglie.

Nerone ed Eliogabalo, le pose di Mussolini e il suo correre goffo alla testa dei gerarchi. L'imposizione del Voi fascista. Le corna di Berlusconi all'Unione Europea. Cannoli e Mafia. Ubuesque.

Quell'uomo intelligente mise, nella lista dei "sovrani infami" anche "quel piccolo uomo dalle mani tremanti che, dal fondo del suo bunker, coronato da quaranta milioni di morti, non domandava che due cose: che tutto cio' che rimaneva fosse distrutto insieme a lui e che gli portassero dolci al cioccolato fino a scoppiare."





Non chiamatela troia, fareste solo il Suo gioco.

PS. Repubblica, l'organo ufficiale del PdL, titolava: "Tutti i siti esteri pazzi per la Carfagna". Siccome i redattori, se anche si sono sforzati di leggerli, non sembrano cavarsela bene con l'inglese tento un riassunto: ci prendono tutti per il culo.

martedì 29 aprile 2008

L'ultimo brivido


Apro il giornale (online): Alemanno vince a Roma puntando sulla espulsione di 20000 immigrati (dove li mette? a Latina?). Bossi dice che se la sinistra farà opposizione al federalismo lui ha 300000 uomini pronti coi fucili caldi: "si accomodino". A parte che mi accomoderei davvero se non fosse una ovvia panzana (se scendono in piazza magari un mareca ruba loro il SUV), nessuno (corriere o repubblica) si rende conto della gravità estrema di minacciare insurrezione se ci sarà opposizione parlamentare?

Poi passo a repubblica.parma e leggo che sono cominciati i corsi per pensionati per fare le ronde, con tanto di foto di sti vecchi in molli pose marziali,, che passano dal tortello al manganello. Non si rendono conto che sono ridicoli, assolutamente penosi, la pelle flaccida come le loro idee. Forse lo comprenderanno quando incontreranno qualcuno di davvero peso, che prenderà quel manganello - quante discussioni per ottenerlo! - e glielo metterà, piccola soddisfazione, nel culo.

Da decenni il problema sicurezza italiano si chiama Mafia, per numero di morti e per penetrazione nel tessuto sociale. Lo sanno tutti. Perchè questi vecchietti, in cerca dell'ultimo brivido prima di schiattare, non vanno a Palermo a fare le ronde?

Mi chiedo, e non sto scherzando, se c'é qualche speranza, in questo clima da prefascismo, anche minima. Ci si rende conto che qualcosa è cambiato, e in maniera profonda? C'è almeno un'isola in cui rifugiarsi, in cui le cose sembrino avere un senso, una moralità o un futuro?


PS:


"abbiamo 300 mila uomini, 300 mila martiri, pronti a battersi. E non scherziamo... Mica siamo quattro gatti. Credete che avremmo difficoltà a trovare gli uomini?" e assicura: "verrebbero giù dalle montagne...". Bossi - Repubblica, 29.04.08


Se vengono giù e incontrano i nostri pensionati sono cazzi.

mercoledì 23 aprile 2008

Bar Italia

Sono l'unico che lo ha notato? L'unico a pensare che sia semplicemente grottesco?



E poi


ROMA - "Air France si è ritirata in primo luogo per i veti dei sindacati". Silvio Berlusconi, additato da molti come uno dei responsabili del "no" definitivo della compagnia franco-olandese alla trattativa per Alitalia, attacca i sindacati. Poi annuncia: "Ci saranno dolorose riduzioni di personale". - da Repubblica 23 aprile 2008


E poi

"i sindacati hanno fatto il loro mestiere, e magari hanno avuto anche ragione. La verità è che le condizioni poste erano impossibili da accogliere" - da Repubblica 24 aprile 2008



Il punto, probabilmente, lo manco.
La contraddizione la vedono tutti. Se ci guardano. E' vero che in Italia il popolo (mi scuso se l'espresione appare offensiva, ovviamente è sovrano)non legge i giornali. E se lo fa segue le testate che confermano le poche idee confuse che già ha.

L'indignazione, spesso senza azione, viene percio dalla sorprendente constatazione, da parte dell'uomo della strada, del fatto che è venuto a conoscenza di un fatto. Saperlo lo rende scandaloso.

Vale a dire che è la quantità e non la qualità che fa il successo comunicativo di un messaggio: per superare il muro di indifferenza occorre un volume di discussione che solo il mezzo televisivo ha gli strumenti (tecnici e culturali)di mettere in piedi.

Un'opinione pubblica senza interessi materiali e informativi, posto che si possa chiamare opinione, di certo non è pubblica. E' privata come private sono le televisioni. Perché se il popolo avesse a cuore i suoi interessi penserebbe che i 300 milioni "prestati" per volere di Berlusconi all'Alitalia, contro le leggi europee, contro il liberalismo che è Bandiera di B. non sono poi cosi un buon affare per il nostro sovrano. Quante case popolari si sarebbero potute costruire? Quanti anni di stipendio per i dipendenti Alitalia a rischio licenziamento nel caso Air France l'avesse rilevata?

Ma, ovviamente, manco il punto, la faccio troppo semplice. Il punto è il linguaggio. Berlusconi, nel contraddirsi, fornisce ai propri sostenitori, nuovi, antichi, o leghisti gli argomenti per non perdere la faccia nei discorsi che fanno al bar, quando hanno finito di parlare del Milan, o, nei casi più culturalmente impegnati, di sicurezza.

Perchè solo al bar tutte le opinioni si equivalgono. Solo senza memoria o con la leggerezza di una buona lite tra amici si puo ritenere normale che un candidato premier mandi a puttane una trattativa pubblica, dichiari di voler preservare a tutti i costi l'italianità di una compagnia e poi, dopo le elezioni, incolpi i sindacati di aver realizzato la soluzione che lui stesso aveva auspicato.

Solo al bar ci si puo vantare di aver pescato un pesce che non esiste in natura senza essere cacciato fuori. Solo al bar la storia di quel pesce puo persino diventare affascinante, credibile, se chi racconta è abbastanza bravo con le parole o se il pubblico ha bevuto troppo.

Solo al bar si puo dire di aver pronta una cordata ed essere accolti con un sorriso (compiaciuto, divertito, indulgente) senza essere cacciato fuori, senza alcuna conseguenza politica, quando, pochi giorni dopo, la cordata si rivela una bugia. Solo al bar, davanti a un bianchino, l'opinione di un economista e di un odontoiatra in materia economica hanno lo stesso valore e la stessa credibilità.

Le diverse anime del nostro sovrano si scontrano gioiosamente nel Bar Italia, mentre fuori il mondo affonda.

PS. Nuovo argomento da bar: tremo al pensiero delle contropartite che Berlusconi offrirà agli industriali italiani e non per mettersi in cordata e tirar su i 3 - 4 miliardi di euro necessari.

giovedì 17 aprile 2008

Il popolo sovrano


Bisogna rispettare il volere degli italiani. Non so se lo dicono perché devono conservare il lavoro, perché gli italiani non sono solo elettori (il popolo sovrano), ma anche pubblico e nessun negoziante dà dell'imbecille a un cliente abituale.

Guardare i talkshow politici è pratica masochistico-narcisistica. Lo splendido isolamento, quel dolceamaro sentire grandi esperti e vallette, politologi e giovani d'oggi tutti invischiati in un sistema illogico nelle premesse. E tu, spettatore, l'unico che non puo parlare, ma l'unico che avrebbe qualcosa da dire.


Si chiede chi non si fa domande: Perché ha perso la sinistra democristiana? Perché non ha saputo interpretare l'esigenza di sicurezza; perchè ha sbagliato la campagna elettorale, perchè le candidature erano sbagliate. Nella vetrina della televisione non è solo la campagna ad essere televendita, ma anche la valutazione della sconfitta. Viene condotta con criteri di marketing. Il voto è lo share.

In questa logica anche la Lega di Borghezio diventa un partito rispettabile - "l'unico vero partito", "l'unico radicato nel territorio"- tutti i commentatori si affrettano a chiarire che si erano sbagliati; che la avevano sottovalutata, che è stata l'unica a interpretare veramente i bisogni degli italiani.

In questa logica i bisogni degli italiani diventano quelli che dice la Lega: gli immigrati SONO il problema degli italiani, visto che gli italiani hanno votato per quel problema. Stupido chi non lo ha capito, la prossima volta Walter (che comunque ci aveva provato a recuperare sulla sicurezza) dovrà adeguarsi. O partito di governo o partito di lotta, diceva qualcuno.

Non occorre più chiedersi se gli immigrati sono o meno il problema: ce lo hanno già detto gli spettatori. Non occorre chiedersi se questi sono lavoratori o meno, agli spettatori non interessa. Non occorre chiedersi come i radicatissimi militanti del rispettabilissimo partito gestiscano, in effetti, i rapporti con gli immigrati sull'amatissimo territorio. Non ci si chiede se le temutissime rapine in villa sono veramente il problema di un paese in cui le ville le ha una strettissmia minoranza. Va tutto bene, disinfettante in faccia, ronde padane, raid nei campi rom. E mettiamoci pure le buffonate premoderne dei giuramenti e dei druidi. Se piace, è giusto.

In questa logica, è proprio solo da intellettuali e da secchioni, da chi non sa comunicare e non vincerà mai un'elezione ricordare che anche il popolo tedesco aveva il problema della sicurezza e della crisi economica e che ha deciso di risolverlo con un democratico voto in favore di Hitler.

E' da perdenti ricordare che il consenso non solo si soddisfa, ma si crea. E' antidemocratico pensare che il popolo, oltre ad essere sovrano, è anche ignorante, disperato e analfabeta alla maggior parte di quello che gli succede attorno. E' stupidamente sedizioso pensare che, se il sovrano sbaglia, forse non vale la pena obbedirgli.




PS: leggo ora un editoriale su Repubblica, in cui si propone di fare un Partito Democratico del Nord, federato ma sul territorio. Io proporrei anche di fare la festa nazionale dell'Unità a Pontida e per l'occasione sacrificare due o tre badanti.