lunedì 30 giugno 2008

Lista della spesa


Vabbè faremo senza. Dopotutto dobbiamo finanziare Alitalia e la società di smalitmento rifiuti di Napoli, che è stata riconfermata per risolvere il problema, mentre è inquisita per averlo creato.

Bisogna pagare le missioni di pace che mandiamo in guerra (un miliardo di euro all'anno) e dobbiamo ai partiti, in rimborsi elettorali, dopo aver abolito il finanziamento pubblico, trecento milioni di euro. Con il bel servizio che ci fanno, li meritano tutti.

Vorrà dire che per i prossimi dieci - venti anni faremo a meno dell'università. Tanto col 3+2 faceva già schifo, non vale nemmeno il biglietto di entrata.

Col nuovo DL si tagliano 433 milioni di euro dal finanziamento universitario entro il 2013. Cosi ci assicuriamo altri sei mesi di missione di pace. Tutti gli atenei dovranno tagliare di conseguenza, ovviamente su quello che sembra essere la parte opzionale del lavoro universitario, la ricerca. Non parliamo delle strutture e del personale non docente, quelli sono lussi che non ci si puo permettere.

Per assicurarsi che idee e persone siano sempre quelle di 30 anni fa si è trovato il modo di bloccare per legge il reclutamento, stabilendo che solo il 20 per cento dei soldi recuperati da chi va in pensione possa essere usato per nuove assunzioni. Questo significa che per 10 che vanno in pensione 2 saranno i sostituti. Un'estinzione naturale e non violenta, con un 80 per cento di personale in più per le agenzie di lavoro interinale. Considerando l'età media dei professori universitari e la loro naturale reticenza ad andare in pensione l'unico assunto potrà essere premiato dal Presidente della Repubblica ogni anno (mi dicono che a Bologna un professore ottuagenario in pensione è stato riassunto con un CoCoCo, perchè non ci si poteva privare del suo illuminante sguardo sulla materia).

Proiettati verso il futuro. Geniale.

Ma c'è una soluzione, quella che funziona sempre. Trasformazione delle Università in fondazioni, aperte al finanziamento privato quanto lo sono i nostri politici. Ha funzionato cosi bene per Telecom, meritava una seconda chance. Una panacea per tutti i mali, dopotutto se Google e Microsoft fanno i soldi perché non dovrebbe farlo anche l'Università di Macerata? Certo i nostri modelli industriali sono un po' più casalinghi, Parmalat o Cirio, ma vuoi che dopo che lo Stato ha fatto decuplicare i proventi Fininvest questa non sia disposta a dare un'aiutino alla educazione nazionale?

Ovvio, se siamo pagati dalla Barilla non possiamo pretendere di fare ricerca storica. Una storia del frollino, magari, ma poche pagine perchè sia inserita nella confezione dei¨Pandistelle. E il sistema formativo si potrebbe arricchire ditutti i figli di fabbrica con velleità intellettuali, la fine del nepotismo universitario, il Barone soppiantato dal Padrone. Una nuova rivoluzione industriale. Bella l'idea.

giovedì 26 giugno 2008

Les Bienveillantes


Ho appena finito di leggere Les Benveillantes (Le benevole, traduzione impropria de Le Eumenidi) di Johnatan Littell. Ha vinto il premio Goncourt e tanti altri e ha ricevuto tonnellate di critiche.

Fuori luogo.

La storia è quella di una SS, un idealista colto e dalla psicologia fragile, un burocrate carnefice impiegato in Ucraina, nel Caucaso, a Stalingrado e infine a Berlino.

Tutto il libro si gioca su dicotomie. L'idealismo del Volk si scioglie nella tesi della banalità del male, la mente del protagonista, angustiata da incubi e flashback si dibatte tra la sua storia, (quella di un Oreste moderno, perseguitato dalla Benveillantes - Eumenidi) e la Storia della caduta wagneriana del Terzo Reich. La razionalità interna dei discorsi eugenetici e dello spazio vitale si confonde con gli istinti assassini del darwinismo sociale, la cultura classica del protagonista si alterna, senza che quest'ultimo possa controllarlo, con le sue perversioni sociali e sessuali. Il messaggio, penso, più profondo, incarnato perfettamente dalla metafora del mito greco, à l'arbitrarietà del male e la mancanza di possibilità di scelta dell'individuo, costretto dall'alchimia del proprio cervello e dalle catene della storia e della Storia.

Di qui le critiche. La follia a tratti consapevole del protagonista non è una follia omicida, non è un malvagio integrale, non dà spazio a una condanna netta e senza ripensamenti. Inquieta immaginarsi al suo posto, per questo, penso, non è piaciuto a molti. Immaginare i criminali nazisti come, appunto, semplici criminali, ci dà la possibilità di rinchiuderli nel sempre funzionale abito del "diverso", cio' che ci tocca solo nel momento in cui ci definisce come migliori. Littell, facendo parlare il protagonista e prendendo 1500 pagine per ricostruire il contesto - molto accurato, poco importa se storicamente perfetto - mette in dubbio questa rassicurante convinzione. Se in luogo di "altri" li consideriamo uomini non possiamo fare a meno di chiederci se avremmo fatto lo stesso.

A parte la pedanteria dei professionisti, che si sono attaccati alle loro preziose nozioni per criticare un lavoro creativo - operazione sempre sbagliata in termini, le critiche vengono dal fatto che la mancanza di scelta potrebbe significare giustificazione. In realtà il protagonista lo dice chiaramente: l'unica morale che si puo' applicare è quella dei Greci, dove non contava l'intenzionalità, ma l'attto. Edipo non sapeva che Laio era suo padre quando lo ha ucciso, ma non era per questo meno colpevole e si è inflitto da solo la propria punizione. Per le Eumenidi la morale dei Sovietici vale quanto quella delle SS, poichè la giustizia viene esercitata secondo la loro trascendente morale. E il protagonista, carnefice, non smette mai di essere dilaniato dalle Erinni.

Altri ( http://www.gadlerner.it/index.php/2008/01/27/la-pornografia-della-shoah.html#comment-47508 ) hanno criticato "la pornografia della violenza", risollevando la questione vetusta degli strumenti che puo usare l'arte per esprimersi. Anche se non la consideriamo buona arte - non penso sia un capolavoro assoluto, ma di certo non è Dan Brown - queste critiche lasciano il tempo che trovano, come, fortunatamente, hanno sempre fatto. La violenza, è diventata, anche in conseguenza di tutto il sangue versato nel Novecento, un mezzo espressivo, che puo' essere usato bene (cioè efficacemente - Coen, Polanski) o male (cioe pacchianamente e morbosamente- Gibson e Hollywood in genere)
Lerner dice che non abbiamo bisogno di pornografia per ricordare. Il punto è che "ricordare" serve solo a metterci l'animmo in pace e a sfilare nel giorno preposto. Ricordare non ci ha impedito di usare la Shoah in tutte le salse, per nutrire senza scrupoli le istanze più variegate e contingenti della nostra piccola politica. O di proporre "Tolleranza zero per i Rom". Occorre pensare, e all'occorrenza anche pensarsi carnefici, perchè il ricordo abbia un senso.


Altri (La Stampa e molti storici) hanno detto che non lascia spazio al grigio, dipinge tutto come un inferno di malvagità. Non so che liro abbiano letto. E' proprio il grigio che rende la crudeltà estrema cosi terrificante, è la sua normale istintiva facilità che costituisce il centro del romanzo.

Tutto questo per dire che lo consiglio, caldamente.





PS. Un amico, che chiamero' Eric Franc per comodità, consiglia un esercizio per comprendere cosa in realtà significhi Tolleranza Zero verso i Rom. Sostituire alla parola "Rom" la parola "ebrei", poi fermarsi a riflettere e ripetere all'occorrenza. Funziona anche per Commissario ai Rom. Coi CPT non c'è giochetto, usate l'immaginazione.

mercoledì 18 giugno 2008

La Svolta


In pochi giorni, esercito nelle strade, legge sulle intercettazioni, legge salvaberlusconi. Mi sento quasi rassicurato. Finalmente segnali chiari, un impegno deciso, un vero regime.


Oddio non esplicito e orgoglioso come quello fascista, piuttosto direi ingenuo e fracassone come uno sudamericano. Inutili forse i paragoni, come col fascismo l'Italia è la fucina politica della crisi europea, come sempre siamo i più spaventati dei miserabili, i più pronti a credere nel Paradiso, se solo all'inferno fa abbastanza caldo. Quello che si prepara, mentre ci avviciniamo al ventennio berlusconiano è qualcosa di nuovo, storicamente e politicamente. Sarkozy ci sta già facendo un pensierino. Putin non ne ha bisogno, lui ha la sua fucina, ben meno dinamica, ben più solida.


La carta vincente, lo hanno capito tutti, è la sicurezza. Da qui parte la fine politologia berlusconiana. Bollata esplicitamente la realtà dei fatti come antidemocratica (bisogna combattere la percezione della minaccia, non la realtà del pericolo), la via è aperta per le più fantasiose soluzioni: dopotutto se si deve combattere un fantasma la soluzione non è più legata dai ristretti limiti della realtà.


Soldati nelle strade, dunque. 2500 o 3000, un atto simbolico, dicono. E hanno ragione, è una simbologia radicata, rodata, efficace. Più che una soluzione, un manifesto, una dichiarazione di intenti.


Legge sulle intercettazioni. Dalla simbologia ai fatti. La nuova legge è presentata come soluzione all'oppressione della magistratura sui cittadini. Impedisce le intercettazioni ai giudici per reati quali il sequestro, gli illeciti bancari, l'estorisione e la minaccia. Pare che i rumeni non usino il telefono, nessuna ricaduta sulla sicurezza, dunque. Anche per i reati di mafia o corruzione il limite massimo è tre mesi. Provenzano si sarebbe risparmiato 19 anni e 9 mesi di pizzini.

Ma c'è di peggio. La legge impedisce alla stampa di parlare dei processi. Di qualsiasi processo, fino all'apertura delle udienze. Silenzio assoluto, non un riassunto, non una parola per anni, pena il carcere per i giornalisti che lo fanno. Nemmeno per difendere eventuali vittime ulteriori (ad esempio i piccoli investitori Parmalat: le banche avrebbero continuato ttranquillamente a smerciare le azioni - truffa). In un colpo solo magistratura e giornalismo: le notizie sui processi diventeranno leggenda, un argomento su cui tutti possono avere opinioni ugualmente valide.


SalvaBerlusconi. Qui non si poteva andare di fino. Emendamento alla legge sicurezza (!). Sospesi i processi "meno urgenti", tra cui ovviamente il processo Mills, o meglio il processo Berlusconi, accusato di corruzione di un testimone. Mancava poco, due sedute, al verdetto. Che sfiga. Ma che sicurezza, ora che per salvare il nostro cancro abbiamo bloccato anche gli altri!


Proviamo a vederli tutti insieme, questi figli prodigio della paranoia sulla sicurezza. Proviamo a pensare che la censura sui processi farà si che in futuro nuove leggi SalvaBerlusconi passeranno inosservate o non capite, perchè non si saprà quale problema giuridico del premier dovranno risolvere. I giornali dovranno parlare per metafore, se vorranno fare gli eroi. Più probabilmente ripiegheranno su argomenti a loro più conosni, stupri e omicidi perpetrati da immigrati. Spero che chi oggi si lamenta, come Ezio Mauro (Veltroni ha dichiarato la fine del dialogo, percio Repubblica puo' sussurrare il suo disappunto) abbia ben presente le proprie responsabilità nell'aver creato le condizioni di paranoia che hanno reso possibile questo scempio.


Esercito. Censura. Intangibilità del politburo. Mani libere alla politica. C'è una soluzione? Dato che non c'è opposizione organizzata, solo una: l'economia. Mussolini e Hitler dovettero essere economicamente vincenti, in tempo di crisi, per ottenere il consenso. La nostra classe politica non lo è.

Davanti alla incredibile efficacia delle parole televisive, anche le più ingenue, la matematica che ci porta il pane alla bocca. Quando smetterà di farlo saremo tutti d'accordo.





PS

Lunga, poi, la lista di reati per i quali sarà obbligatoria la sospensione del procedimento: la tabella redatta dall'associazione magistrati indica, fra gli altri, il sequestro di persona, l'estorsione, la rapina, lo stupro, l'associazione per delinquere, le frodi fiscali, la corruzione, l'abuso d'ufficio, l'immigrazione clandestina, la detenzione di materiale pedopornografico, le molestie e maltrattamenti in famiglia, gli omicidi colposi per colpa medica o a seguito di incidenti stradali, il traffico di rifiuti.

domenica 8 giugno 2008

La Metamorfosi


Mi trovo a fare pensieri strani nell'ultimo periodo. Tipo, l'indipendenza della magistratura. Non me ne era mai fregato un cazzo. Anzi, ho sempre pensato alla magistratura come a un potenziale nemico. Quello che prima o poi mi mette dentro per quello che ho detto, scritto o pensato.

Lo penserei ancora se fossi libero.

Uno degli effetti più perversi del nuovo regime italiano è che mi costringe a dimenticare i distinguo, le alternative, alla fin fine la realtà dei fatti.

La situazione è talmente grottesca, l'aborto della società italiana talmente ridicolo, che mi costringe a dimenticare tutti le sfumature, ogni forma di moralità personale o richiesta di onestà altrui.

Mi costringe a difendere la logica. La loro, non la mia. Una logica che non ho mai condiviso, valori a cui non ho mai creduto, dalla Resistenza alla Costituzione, dalla Magistratura alla Sinistra. Tante lettere maiuscole che mi hanno sempre insospettito. Non hanno mai significato niente per me, dei contenitori in cui ognuno riversava le idee e gli interessi più diversi. Ora, in ritirata verso il minimo, vorrei che fossero rispettati.

Logica interna. Nello sconforto generale, nello scherzo osceno della politica italiana, chiedo solo di non essere preso per il culo. Che se vogliono mentire almeno siano corenti con le balle precedenti. Che si sforzino, almeno un minimo, perdio.

Moralità. La Carfagna dice, come se il permesso lo dovesse dare lei, che i gay possono manifestare, ma sobriamente. La stessa sobrietà delle sue pose nel calendario, nuda, incatenata, mentre lecca un muro? Quella stessa sobrietà che i camionisti di tutta Italia guardano ogni mattina quando vanno a lavorare e alla sera pirima di asciugarsi con la carta igienica?
In un mondo normale il problema non si porrebbe. Per quanto mi riguarda ognuno puo fare quello che vuole del proprio corpo: potrebbe mangiare le proprie feci in prima serata, non mi scandalizzerei, né la criticherei.

Magistratura. Vogliono togliere le intercettazioni. In tempi normali non ci penserei particolarmente, nella mia naturale disillusione penserei persino a un provvedimento non errato. Ma lo dice Alfano. Cioè l'ex segretario di Berlusconi. Cioè il tizio che, quando nelle scorse amministrative Berlusconi mandava SMS a tutti gli elettori, fotteno la privacy, probabilmente schiacciava invio. In questi tempi la magistratura, caduta l'informazione, è uno dei pochi contropoteri. Mi tocca difenderla, cristosanto, come se credessi nella Giustizia della Legge. E le intercettazioni, grazie al loro sapore di reality show, sono le uniche notizie che hanno creato scandalo e scalfito l'opinione pubblica. Percio teniamoci i Reality e la Legge, schifosi come sono, ma no, Alfano che fa il difensore del popolo oppresso è troppo.

Casini e le sue due mogli. Mafiosi all'antimafia. Senatori UDC e troie. Reato di clandestinità e indulto. Anticomunismo e amicizia con Putin. Antenne cancerogene e carità cristiana.

Trovarsi a consigliare agli amici di votare Veltroni. Dio che vergogna. E che errore.

Sono diventato un giustizialista.Quando mi trovero a difendere anche la Patria e le Forze dell'Ordine sapro di essere diventato come Loro. Seccatemi.